Le principali professioni che hanno un indice di cambiamento più elevato sono strettamente collegate all’innovazione digitale, all’analisi dei dati, all’automazione dei processi e alla gestione della relazione con i clienti.

E’ quanto emerge dai dati della ricerca sviluppata in collaborazione con il CRISP (centro di ricerca dell’Università di Milano Bicocca) dal titolo Sussidiarietà e… lavoro sostenibile e presentata da Giorgio VIttadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà ai microfoni di “Focus Economia” di Radio24, la rubrica quotidiana condotta in questi giorni da Debora Rosciani. Nello studio sono stati analizzati i cambiamenti in atto e i loro potenziali effetti sul prossimo futuro del mercato del lavoro ed è stato costruito un indice di cambiamento (espresso in un valore percentuale da 0 a 100) per fornire un dato sintetico di novità delle skill richieste per ciascuna delle 270 professioni analizzate negli ultimi cinque anni. Il valore medio per tutte le professioni è pari al 30%, ciò significa che mediamente il 30% delle skill richieste variano in termini di importanza e/o sono nuove.

Un quadro chiaro sul ruolo delle competenze, e sul ruolo anche della formazione come assoluta necessità e priorità di investimento per adeguarsi al ritmo sostenuto del cambiamento, sia nei corpi intermedi che nelle PMI nazionali  – se è vero che in base ai dati Istat sugli occupati e all’indice dei posti vacanti, si può quindi stimare in circa 200.000 le figure cercate nel primo trimestre del 2021.

Per ascoltare l’intervista: https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/focus-economia/puntata/un-anno-il-discorso-debito-buono-180341-AEYeI3a