Intervista ad Alessandro Moschini

21 Apr 2021 | Gestione finanziaria e Controllo di gestione

Uno dei provvedimenti adottati dal governo per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia è stata l’introduzione della possibile sospensione pagamento dei mutui e degli altri finanziamenti a rimborso rateale. Quali riflessi può avere, secondo lei, nella gestione di una piccola o media impresa nel breve e medio periodo?

 La misura introdotta dal DL 18/2020 prorogata fino al 30 giugno 2021, è una moratoria dei muti e dei finanziamenti per consentire alle imprese di posticipare il rimborso dei debiti contratti, ed è un provvedimento, dal punto di vista puramente oggettivo, che possiamo considerate come importante opportunità. È senz’altro apprezzabile la volontà del governo di aiutare le imprese in questo momento difficile. Del resto anche l’anno scorso abbiamo visto introdurre, con altri provvedimenti, la possibilità concessa dal governo di ridurre a zero gli ammortamenti e la possibilità di dilazionare gli interventi a copertura delle perdite d’esercizio in bilancio. Sono tutte operazioni contabili, con importanti riflessi finanziari in capo a soci ed imprese che possiamo considerare positive, tuttavia se da un punto di vista formale esse danno un grande vantaggio, mi sento di dire che chi guida un’impresa deve essere altrettanto consapevole che interventi di questo tipo non generano in concreto nuovi flussi finanziari, e, purtroppo, non mutano la realtà dei fatti. Un’impresa può affrontare il proprio indebitamento solo producendo ricavi, contenendo i costi e gestendo al meglio i flussi finanziari conseguenti.

Abbiamo fiducia che alla vigilia delle aperture sia molto probabile che avvenga un rimbalzo significativo. Si avverte una volontà di ritornare alla normalità e questo sicuramente avrà dei risvolti positivi. Si vede che le imprese si stanno preparando a una ripartenza, una ripartenza che dovrebbe essere adattata alla nuova realtà, in quanto l’impatto che la pandemia ha avuto su tutto il settore economico, è per certi versi irreversibile. Molti settori dovranno cambiare radicalmente, e sarebbe bene che ogni decisione che verrà presa all’interno dell’”organismo” impresa sia frutto di un’attenta analisi. Pensiamo, ad esempio, al settore della ristorazione, così duramente colpito. La ripartenza non è messa in discussione. Ma a che tipo di ripartenza stiamo pensando? Che tipo di nuove esigenze avranno i nostri clienti? Che tipo di necessità avranno i nostri fornitori. E i collaboratori? Bene, il primo consiglio è quello di non pensare di tornare a fare le stesse cose che facevamo prima e nemmeno nella stessa maniera. È necessario adattarsi alla nuova realtà e concentrarsi soprattutto sulla individuazione di nuovi servizi intuendo le nuove necessità di sicurezza richieste dalla clientela in quanto non ci si può aspettare che le cose ritornino esattamente come erano prima della emergenza sanitaria. Abbiamo bisogno innanzitutto di capire meglio il nostro cliente, prevedere o addirittura anticipare le sue esigenze e trovare la strada per progettare un piano di rientro, nell’ottica di riuscire ad aumentare i nostri ricavi.

Il secondo consiglio che posso dare riguarda invece un atteggiamento di massima prudenza che deve tenere chi amministra un’impresa. È bene che adotti tutte le misure per proteggere, non solo l’impresa ma anche sé stesso. Se da un lato è giusto pensare di far fronte alle problematiche di indebitamento accedendo a tutte le misure che favoriscono la dilazione dei pagamenti (si sta parlando di portare a quindici o addirittura a venti anni il rimborso dei mutui – le istituzioni sia pubbliche che private si rendono conto che non si può dall’oggi al domani ripristinare la situazione negativa precedente), dall’atra segnalo che c’è una norma entrata in vigore fine gennaio di quest’anno che di fatto è in netto contrasto con questa volontà del governo di aiutare le imprese. Ricordo infatti che sia le imprese che i privati sono oggi assoggettati alle nuove definizioni di default bancario. Il default bancario ha stretto notevolmente le maglie arrivando fino alla soglia dei soli cinquecento euro (entro anche il limite dell’1% per le aziende). Realizzare un default bancario con questi limiti, veramente molto stringenti, è cosa altrettanto facile e significa avere, anche per cifre di modesta quantità, una segnalazione presso la centrale rischi della Banca d’Italia, con tutti i risvolti negativi che ciò comporta ai fini della continuità della gestione economico finanziaria dell’impresa. Possiamo vedere in molti modi la mancanza di coordinamento tra le norme e il modo finanziario, ma questo non toglie, che alla fine, il soggetto che è tenuto a rispondere delle obbligazioni dell’impresa rimane sempre chi l’amministra. Ecco perché allora l’attenzione, il controllo, la massima consapevolezza, e il corretto utilizzo degli strumenti di gestione, siano essi finanziari oppure economici, sono oggi così importanti.

 

Concretamente un piccolo imprenditore quali azioni deve predisporre per prepararsi alla ripartenza. L’insolvenza può essere una minaccia sempre più concreta?

 Innanzitutto l’imprenditore deve fare una analisi certosina dei propri costi e delle proprie condizioni sia di pagamento che di riscossione dai clienti dei crediti. Questo è un momento favorevole per iniziare o riprendere a trattare le condizioni di pagamento dei fornitori, la dilazione dei debiti, o la riscossione dei crediti dai clienti. Attenzione però! E questo lo dico sottolineandone al massimo l’importanza. Tutto questo va fatto all’interno di gli accordi tra le parti. L’imprenditore o l’amministratore sbaglia se ritiene di finanziarsi contravvenendo agli accordi contrattuali in essere non pagando le forniture o, peggio, i debiti con l’Erario. Al giorno d’oggi, proprio per i motivi che ho sottolineato nella domanda precedente, si crea una voragine. Si deve agire sempre con la massima trasparenza. Se proprio non si ha la possibilità di adempiere regolarmente al pagamento è consigliabile avviare un dialogo con la controparte (ove possibile) e cercare di trovare una soluzione. Per esperienza, ritengo sia un atteggiamento sbagliato agire unilateralmente, da soli, e senza il consenso del partner commerciale: una volta imboccata questa strada “tirarsi fuori” è molto complicato. Ecco che allora è consigliabile approfittare di questa situazione di difficoltà generalizzata per iniziare a negoziare con tutte le parti gli accordi di pagamento e quelli di riscossione. Questa è la primissima cosa da fare e poi, eventualmente, quella di rinegoziare i termini di pagamento con gli istituti di credito.

 

Dal punto di vista della formazione questi argomenti saranno trattati nel corso? Quali sono le competenze che un imprenditore può prendere nel percorso formativo?

 In ottobre probabilmente saremo in una fase importante perché ci saranno aziende che avranno iniziato il percorso di “ripartenza”, adottando gli opportuni correttivi e potranno iniziare la valutazione dei risultati e, a seconda degli esiti del controllo di gestione, correggendoli ulteriormente o modificandoli radicalmente. Si inizierà a lavorare su questa emergenza, su come le aziende possono reagire o su come possono affrontare questa fase con una riorganizzazione. Verrà posta attenzione su come interpretare i segnali che arrivano sia dal Governo centrale, che da quello locale, che dal territorio, analizzeremo come si è modificato l’ambiente in cui stiamo operando, individueremo dove si collocano i margini di miglioramento all’interno della nostra attività.

Presenteremo logicamente un piano di lavoro comune, ma con l’attenzione di fornire le risorse adeguate affinché, con l’assistenza il docente, tutti i partecipanti possano declinare all’interno della propria realtà quanto appreso in aula. Il tutto nell’ottica di realizzare il principale obiettivo del corso: fornire conoscenze e competenze che aiutino il partecipante a migliorare il rapporto professionale con il proprio consulente. “Ti do gli strumenti per capire cosa chiedere al tuo consulente di fiducia”, per migliorare il dialogo tra le parti all’interno del sistema azienda, e infine, rafforzare i processi decisionali attraverso gli elementi oggettivi che emergono dai sistemi di controllo e di gestione economico finanziaria dell’impresa.

Foto profilo Alessandro Moschini, docente

Alessandro Moschini

Docente di “Gestione Finanziaria e Controllo di Gestione

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